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Affitto transitorio e affitto breve: quali le differenze?

Pubblicato da VIVERE Real Estate Blog sopra Settembre 30, 2024
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Affitto transitorio e affitto breve sono due soluzioni temporanee, ma differenti, adatte a specifiche esigenze.

Il mercato delle locazioni si è evoluto nel tempo, per rispondere a esigenze sempre più diversificate e a uno stile di vita più dinamico.

Tra le possibili soluzioni più flessibili, da una parte c’è quella dell’affitto transitorio, pensato per chi ha necessità abitative temporanee.

L’altra opzione è l’affitto breve, una formula differente da quello transitorio. Capire la differenza tra questi due tipologie di contratto è essenziale per scegliere l’affitto più adatto alle proprie esigenze.

Affitto transitorio

L’affitto transitorio è una tipologia di contratto regolamentata dalla legge numero 431 del 1998, una soluzione pensata per rispondere a esigenze temporanee sia del proprietario che dell’inquilino.

Viene utilizzato quando una delle due parti necessita di un alloggio per un periodo limitatoa causa di motivi specifici, come un trasferimento temporaneo di lavoro, esigenze di studio, o altre necessità comprovabili.

Un aspetto fondamentale di questo tipo di locazione è che, alla scadenza del termine stabilito, l’affitto non si rinnova automaticamente.

La proroga deve essere espressamente richiesta dalle parti e con motivazioni comprovabili​.

Affitto breve

Anche l’affitto breve è una soluzione temporanea, ma è solitamente associato a esigenze turistiche di breve durata.

Per queste locazioni non è richiesta la registrazione del contratto presso l’Agenzia delle Entrate, come invece accade per le locazioni tradizionali.

Questa formula è largamente utilizzata su piattaforme come Airbnb o Booking.com, dove i proprietari mettono a disposizione le proprie abitazioni per soggiorni brevi di pochi giorni o settimane.

Inoltre, per i proprietari di casa vige un regime fiscale facoltativo, con imposta sostitutiva dell’Irpef.

Cosa cambia tra le due modalità di affitto?

Anche se entrambe le formule si rivolgono a esigenze temporanee, la principale differenza tra affitto transitorio e affitto breve risiede nella durata e nella finalità del contratto.

Tutte caratteristiche che si adattano in base a specifiche esigenze degli inquilini e dei proprietari.

Le differenze:

Affitto transitorio

  • Durata del contratto: varia da un minimo di 1 mese fino a un massimo di 18 mesi
  • Motivazione del contratto: è necessario che ci siano motivi specifici e documentabili per cui l’inquilino ha bisogno dell’immobile per un periodo limitato. Questi motivi devono essere indicati chiaramente nel contratto (ad esempio, trasferimento per lavoro)
  • Registrazione del contratto: per l’affitto transitorio, il contratto deve essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate se supera i 30 giorni

Affitto breve

  • Durata del contratto: l’affitto breve non può superare i 30 giorni
  • Motivazione del contratto: l’affitto breve viene regolato dal Codice Civile e rientra in quella che è comunemente definita “locazione turistica”. Gli affitti brevi sono spesso preferiti da chi possiede case vacanza o appartamenti in zone turistiche, poiché permettono di ottenere guadagni flessibili, adattandosi alla domanda stagionale e alle preferenze dei viaggiatori​
  • Registrazione del contratto: gli affitti brevi sono soggetti a regolamentazioni fiscali specifiche quando vengono gestiti tramite piattaforme online​, mentre i proprietari devono possedere il CIN Inoltre, non c’è l’obbligo di registrazione del contratto

(Qui un approfondimento sugli affitti brevi).

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