Affitto transitorio e affitto breve sono due soluzioni temporanee, ma differenti, adatte a specifiche esigenze.
Il mercato delle locazioni si è evoluto nel tempo, per rispondere a esigenze sempre più diversificate e a uno stile di vita più dinamico.
Tra le possibili soluzioni più flessibili, da una parte c’è quella dell’affitto transitorio, pensato per chi ha necessità abitative temporanee.
L’altra opzione è l’affitto breve, una formula differente da quello transitorio. Capire la differenza tra questi due tipologie di contratto è essenziale per scegliere l’affitto più adatto alle proprie esigenze.
Affitto transitorio
L’affitto transitorio è una tipologia di contratto regolamentata dalla legge numero 431 del 1998, una soluzione pensata per rispondere a esigenze temporanee sia del proprietario che dell’inquilino.
Viene utilizzato quando una delle due parti necessita di un alloggio per un periodo limitato, a causa di motivi specifici, come un trasferimento temporaneo di lavoro, esigenze di studio, o altre necessità comprovabili.
Un aspetto fondamentale di questo tipo di locazione è che, alla scadenza del termine stabilito, l’affitto non si rinnova automaticamente.
La proroga deve essere espressamente richiesta dalle parti e con motivazioni comprovabili.
Affitto breve
Anche l’affitto breve è una soluzione temporanea, ma è solitamente associato a esigenze turistiche di breve durata.
Per queste locazioni non è richiesta la registrazione del contratto presso l’Agenzia delle Entrate, come invece accade per le locazioni tradizionali.
Questa formula è largamente utilizzata su piattaforme come Airbnb o Booking.com, dove i proprietari mettono a disposizione le proprie abitazioni per soggiorni brevi di pochi giorni o settimane.
Inoltre, per i proprietari di casa vige un regime fiscale facoltativo, con imposta sostitutiva dell’Irpef.
Cosa cambia tra le due modalità di affitto?
Anche se entrambe le formule si rivolgono a esigenze temporanee, la principale differenza tra affitto transitorio e affitto breve risiede nella durata e nella finalità del contratto.
Tutte caratteristiche che si adattano in base a specifiche esigenze degli inquilini e dei proprietari.
Le differenze:
Affitto transitorio
- Durata del contratto: varia da un minimo di 1 mese fino a un massimo di 18 mesi
- Motivazione del contratto: è necessario che ci siano motivi specifici e documentabili per cui l’inquilino ha bisogno dell’immobile per un periodo limitato. Questi motivi devono essere indicati chiaramente nel contratto (ad esempio, trasferimento per lavoro)
- Registrazione del contratto: per l’affitto transitorio, il contratto deve essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate se supera i 30 giorni
Affitto breve
- Durata del contratto: l’affitto breve non può superare i 30 giorni
- Motivazione del contratto: l’affitto breve viene regolato dal Codice Civile e rientra in quella che è comunemente definita “locazione turistica”. Gli affitti brevi sono spesso preferiti da chi possiede case vacanza o appartamenti in zone turistiche, poiché permettono di ottenere guadagni flessibili, adattandosi alla domanda stagionale e alle preferenze dei viaggiatori
- Registrazione del contratto: gli affitti brevi sono soggetti a regolamentazioni fiscali specifiche quando vengono gestiti tramite piattaforme online, mentre i proprietari devono possedere il CIN Inoltre, non c’è l’obbligo di registrazione del contratto
(Qui un approfondimento sugli affitti brevi).
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